Sport: per ripartire regole e tempi certi

Sport, Portaluppi: Per ripartire regole e tempi certi Portaluppi Virtus Segafredo Bologna - Vanoli Cremona LBA Lega Basket Serie A - 2020/2021 Bologna, 10/10/2020 Foto Silvia Fassi / Ciamillo

Da marzo 2020 diversi settori hanno pagato pesantemente la pandemia causata dal Covid-19. Uno dei più colpiti e di cui si parla meno è quello dello sport, con le società sportive che si vedono sottratti i ricavi da biglietteria dai bilanci. Ne parliamo con Flavio Portaluppi, campione dell’Olimpia Milano in passato ed ora General Manager della Vanoli Cremona. Portaluppi ha le idee chiare: per ripartire, servono regole e tempi certi.

Quale è stato l’impatto economico della pandemia sulle società sportive di pallacanestro?

<< La forbice è molto ampia data le differenze tra le strutture dei club e quindi la voce dei ricavi da biglietteria è molto variabile. La perdita che si può stimare va dal 20% al 45% sul budget complessivo annuo di ogni singolo club. Da considerare l’impatto residuale sul bilancio che hanno i diritti televisivi che non ammortizzano i mancati ricavi. La paura è quella che l’onda lunga di questi bilanci poco brillanti si ripercuota anche sulle sponsorizzazioni per la prossima stagione. >>

Da quanto tempo non avete pubblico?

<< Dal primo lockdown, che ha interrotto il campionato, non abbiamo avuto pubblico all’interno dei palazzetti se non per 2/3 della Supercoppa di quest’anno, torneo costruito per riattrarre squadre straniere di prestigio in Italia, come da tradizione. Gli accessi sono stati contingentati al 25% della capienza massima ma la comunicazione non è stata efficiente. Ci ci siamo ritrovati a 24 ore prima della partita con i biglietti già venduti e con l’impossibilità di far entrare i paganti. >>

Ci sono state squadre che non hanno retto il colpo?

<< Come Lega 1 abbiamo già perso una squadra. Roma si è iscritta all’ultimo minuto ma purtroppo non ha resistito abbandonando la competizione ed “azzoppando” il campionato. C’è preoccupazione perché gli interventi importanti in materia non ci sono stati, i ristori hanno avuto un incidenza bassa sui bilanci, nel nostro caso 7/8%, con i quali non si riesce a coprire le spese. >>

Avete avuto contatti con il governo?

<< Il Comitato 4.0 che unisce volley, pallacanestro e la lega pro si è interfacciato con il Ministro Spadafora. Onestamente i riscontri sono stati bassissimi: credito d’ imposta sulle sponsorizzazioni sportive ma per un tempo limitato e le linee guida sono arrivate “a fil di sirena”, come diciamo nella pallacanestro. Si è sperato in una prolungamento della misura che però non è arrivato. Abbiamo avuto un credito d’imposta sulle sanificazioni, sui dispositivi di protezione individuali e i tamponi che ci servivano per i protocolli che ci hanno permesso di continuare la nostra attività anche se a porte chiuse. Stiamo però parlando di una parte molto residuale dei costi sostenuti, circa il 20/25% .>>

Crede che il vaccino possa essere una soluzione per ripartire?

<< Il vaccino è uno strumento controverso, c’è chi spera e chi ha dubbi, anche nella comunità scientifica. Sull’obbligatorietà ho delle riserve ma è anche vero che per accogliere le persone in sicurezza negli spazi comuni qualcosa si dovrà pur avere. Si potrebbe lavorare intanto sul contingentamento degli accessi nei palazzetti che sono progettati per accogliere un numero molto grande di persone. Per la capienza al 100% , pur nella libertà di ciascuno, vaccinarsi rimane, almeno in questa fase, la soluzione migliore. >>

Diverse attività produttive hanno dovuto adeguare le strutture per poi non riuscire comunque a riaprire. A voi è successa la stessa cosa?

<< Abbiamo presentato per tramite della Regione, che poi si sarebbe fatta carico di trasmettere al CTS, un protocollo di sicurezza sugli accessi ai palazzetti. In tutta onestà devo sottolineare che noi come Vanoli Cremona, in quanto professionisti, non abbiamo dovuto sostenere dei costi. Altri hanno dovuto pagare queste consulenze utilizzate solo per le 2/3 partite di Supercoppa e poi brillantemente cestinate. >>

Cosa chiedete per poter ripartire?

<< Vorrei sapere quale è la visione che si ha, la prospettiva per la prossima stagione. Un’altra stagione senza pubblico e senza ricavi da biglietteria potrebbe modificare la disponibilità delle aziende ad investire nelle sponsorizzazioni. Diventa vitale capire se e quando si aprirà e con quale contingentamento degli ingressi. Ci serve un’ interlocuzione forte e concreta anche per integrare quelle tecnologie che si sono sviluppate come ad esempio i così detti “Sentinel”, che riescono a fare uno screening dell’utente per prevenire eventuali contagi. E’ importante che però questi costi non siano a carico di società già gravate dai costi della pandemi senza ricavi. Io prendo la tecnologia, definiamo una percentuale di accessi ma poi devo essere certo che le regole non cambino dall’oggi al domani. >>

Che impatto avuto questa situazione sui giovani?

<< Impatto grande sui ragazzi del giovanile, l’attività di questo settore si è fermata in autunno ed in inverno, quindi ci siamo adattati alla didattica a distanza con le piattaforme che noi tutti conosciamo. I nostri preparatori cercavano di tenere viva passione ed interesse dei ragazzi, tenendo attivi il corpo e la mente. Dopo 3/4 mesi però il coinvolgimento e la spinta emotiva dei ragazzi tendeva a scemare per la forte mancanza di socialità. Il CONI ha messo la pallacanestro, anche giovanile, all’interno degli sport di interesse nazionale ma siamo riusciti ad aprire solo per qualche giorno dato l’aggravarsi della situazione pandemica. La nostra idea, come società, è che se non sono aperte le scuole noi non apriamo, per tutelare ancora di più i ragazzi. Tutta questa situazione la pagheremo e la stiamo già pagando in termini di ricadute psicologiche e fisiche sui ragazzi. >>