Da quando la pandemia Covid-19 è diventata parte della nostra quotidianità, le imprese femminili italiane – già fragili prima dell’esplosione dell’emergenza – hanno sofferto molto. L’impatto del Covid sulle imprese femminili è stato considerevole.
Lo dimostra l’ultima ricerca Unioncamere, che ha attestato un calo dello 0,29%, di nuove imprese femminili nel 2020, pari a quasi 4mila attività in meno rispetto al 2019.
Una perdita significativa e quasi tutta concentrata al Centro Nord, che mi ha fatto riflettere sul ruolo della donna nell’imprenditoria e sulle azioni che possono essere messe in campo per raggiungere il pieno empowerment anche nel contesto lavorativo.
In questa fase di ripresa, serve sostenere e incentivare la presenza femminile nelle PMI, settore privilegiato per il lavoro delle donne, con tre direzioni di intervento:
- sfruttare i finanziamenti pubblici;
- incentivare la digitalizzazione, con particolare attenzione ai settori e alle categorie di donne, che sono maggiormente escluse da tali percorsi formativi;
- incentivare gli strumenti di welfare e di conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa.
Al giorno d’oggi è infatti fondamentale che, a tutti i livelli, si comprenda come la ripresa da questa fase così difficile per il nostro Paese passi anche dalle donne, componente fondamentale del nostro tessuto economico.
Non solo perché dalle statistiche emerge che le imprese femminili sono più socialmente responsabili, più attente alla sostenibilità ambientale, all’economia circolare e più propense all’innovazione, ma anche perché significa accelerare il progresso verso l’uguaglianza di genere.
Progresso già consolidato in molti Paesi dell’Europa del nord e centro-settentrionale.
Basti pensare alle storie di empowerment femminile di successo che hanno saputo affermarsi in contesti socio-politici importantissimi: il cancelliere tedesco Angela Merkel, il primo ministro finlandese Sanna Marin e il Presidente della Commissione europea Ursula Gertrud von der Leyen.
Periodi di estrema difficoltà come quello che stiamo vivendo sono lo specchio delle vulnerabilità del sistema. Tuttavia, possiamo cogliere questa situazione per trasformarla in una grande opportunità.
Quella di abbattere le barriere ancora esistenti, favorendo una maggiore inclusione e un rapido progresso strutturale, improntato sulla meritocrazia e sulla parità di genere.
(Articolo apparso su “Il blog di Marzia Chiesa” il 24 febbraio 2021)