Astra Zeneca, Pfizer, Moderna e da qualche giorno anche Johnson & Johnson sono i vaccini già approvati nel nostro Paese per combattere la pandemia da SARS-Cov2. Altri vaccini sono stati sviluppati o sono in corso di sviluppo, tre questi il vaccino russo Sputnik, i cinesi Sinovac e Sinopharm, l’italiano Reithera, il tedesco Curevac, l’americano Novavax e il francese Sanofi. Alcuni hanno già’ completato la sperimentazione mentre altri sono ancora in fase di studio. Vediamo nel dettaglio come funzionano i vaccini attualmente disponibili in Italia e quelli che potrebbero esserlo presto.
Innanzitutto, dobbiamo distinguere i vaccini sulla base della tecnologia utilizzata per il loro sviluppo. Esistono vaccini ad mRNA e vaccini a vettore virale.
I vaccini ad mRNA utilizzano un frammento di RNA messaggero per trasportare le informazioni necessarie a sintetizzare la proteina “spike” così’ da mettere in moto la risposta immunitaria che porterà’ alla formazione di anticorpi specifici contro la malattia. Cosa succede al frammento di mRNA a questo punto? il frammento viene degradato e scompare dal nostro organismo dopo circa venti minuti dall’inoculazione.
I vaccini a vettore virale utilizzano invece un adenovirus per trasportare l’informazione. Anche in questo caso, dopo pochi minuti dall’inoculazione, l’adenovirus viene degradato ed eliminato. Ciascuna azienda utilizza un diverso tipo di adenovirus ma il meccanismo è il medesimo per tutti.
Vaccini ad mRNA:
Pfizer: prodotto dall’azienda Pfizer in collaborazione con la tedesca BioNTech. E’ stato approvato per l’uso a partire dai 16 anni. Sono richieste due somministrazioni a distanza di 21 giorni l’una dall’altra al fine di sviluppare la risposta immunitaria massima. Ha un’ efficacia intorno al 95%.
Moderna: prodotto dall’azienda americana di cui ne porta il nome. E’ stato autorizzato a partire dai 18 anni e anch’esso richiede due somministrazioni. La sua efficacia si attesta intorno al 94% Anche in questo caso, sono necessarie due somministrazioni a distanza di 28 giorni.
Vaccini a vettore virale:
AstraZeneca: prodotto dall’azienda anglo-svedese, e’ stato sviluppato in collaborazione con l’Università’ di Oxford e utilizza un adenovirus di scimpanzé come vettore. Ha un’efficacia intorno all’80% e, dopo diverse revisioni da parte delle agenzie del farmaco, oggi in Italia e’ autorizzato per l’uso sopra i 60 anni. Richiede due somministrazioni a distanza di dodici settimane.
Janssen: prodotto dall’azienda statunitense Johnson & Johnson, si avvale anch’esso di un vettore virale, ma in questo caso si tratta di un adenovirus umano. A differenza di tutti gli altri il vaccino di Johnson & Johnson richiede una sola somministrazione. La sua efficacia si attesta intorno all’ 85% dopo 28 giorni dalla somministrazione.
Come detto in precedenza, i vettori virali non causano alcuna malattia in quanto si tratta di virus inattivati quindi innocui.
L’EMA, l’Agenzia europea che si occupa di approvare per l’uso questi vaccini, sta attualmente valutando anche il vaccino russo Sputnik che potrebbe quindi diventare un altro prodotto a disposizione nel nostro Paese. Il vaccino Sputnik si avvale di due adenovirus umani come vettore virale. L’Ad26 viene utilizzato per la prima somministrazione, mentre l’ Ad25 per la seconda. Ad oggi conosciamo solo i dati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale The Lancet dai ricercatori che lo hanno sviluppato. Le due dosi vengono inoculate a distanza di 21 giorni con un’efficacia superiore al 90%.
Dei vaccini cinesi abbiamo poche informazioni al momento. Sappiamo però che utilizzano una tecnica diversa da tutti i precedenti. Si tratta infatti di vaccini a virus inattivato, vale a dire che il virus Sars-Covid-19 viene sottoposto ad una serie di processi che lo rendono inattivo, ovvero incapace di produrre la malattia. Nonostante ciò contiene tutte le informazioni necessarie a sviluppare una risposta immunitaria in grado di proteggerci.
Infine, ancora in corsa, ci sono i vaccini Novavax, Curevac, Sanofi e Reithera. Novavax sembra essere il più vicino a completare gli studi mentre per gli altri ci sarà da aspettare ancora molto.
E’ importante sottolineare che tutti questi vaccini hanno come scopo quello di prevenire una malattia grave riducendo così la necessità di ricorrere a ricoveri ospedalieri o addirittura in terapia intensiva. Alcuni recentissimi studi aggiungono inoltre dati molto incoraggianti, parrebbe infatti che i soggetti vaccinati che contraggono il Covid non sarebbero in grado di trasmetterlo ad altri.
Tutti i vaccini presentano un rischio molto basso di sviluppare effetti collaterali gravi. Gli effetti collaterali più frequenti sono dolore al sito di inoculazione, mal di testa, dolori muscolari, febbre, nausea, reazioni allergiche (prevalentemente in soggetti con storia nota di anafilassi). Recentemente, il vaccino di AstraZeneca è stato sottoposto ad una breve sospensione in alcuni Paesi ed a revisione da parte dell’EMA a seguito di alcuni episodi trombo-embolici, il sospetto era che questi fossero connessi alla somministrazione della dose vaccinale. A seguito di tale revisione alcuni Paesi comunitari hanno modificato l’età a cui viene somministrato questo vaccino; in Italia attualmente il vaccino AstaZeneca viene somministrato ai soggetti di età’ superiore ai 60 anni.
I bambini sotto i 16 anni sono ancora esclusi dai piani vaccinali poiché nessuna delle aziende ha completato gli studi nella popolazione più giovane. Sappiamo però, da dati preliminari, che ad esempio il vaccino Pfizer ha mostrato un’efficacia del 100% ed è stato ben tollerato nella popolazione compresa tra i 12 ed i 15 anni.
Altre notizie incoraggianti riguardano la trasmissione di anticorpi dalla mamma al bambino durante l’allattamento. Un recentissimo studio ha infatti trovato anticorpi presenti nel sangue dei bambini allattati da madri che avevano ricevuto il vaccino.