I grandi viaggi. Le mete lontane, a lungo sognate, che un giorno diventano realtà.
Il prologo dell’avventura alla scoperta di città e paesaggi sconosciuti è il viaggio fra le nuvole a bordo di un aereo.
Tuttavia, in questo nostro presente – nel quale spadroneggia il virus malvagio – che ci vede confinati a poca distanza dalla nostra abitazione, parlare di aerei vuol dire sfogliare le pagine del passato.
E a Milano questo significa Taliedo.
Attrezzata per il volo, una vasta zona agricola confinante con il prolungamento di corso XXII Marzo e con il borgo di Monluè, delimitata all’incirca fra via Mecenate, viale Ungheria, via Salomone. Per tale realizzazione, eliminate le cascine (ad eccezione della Cascina Taliedo, collegata a Milano da una linea tramviaria che arrivava sino all’attuale piazza Ovidio), in breve tempo sorsero gli hangar, le officine per la manutenzione dei velivoli, i depositi della benzina e dei lubrificanti, i locali per i Vigili del Fuoco.
Il Circuito Aereo Internazionale del 1910 a Taliedo, ebbe enorme risonanza: evento tecnico, sportivo, mondano.
La “Cronaca d’Oro” – rivista letta dall’alta società – celebrò l’avvenimento con questo articolo a firma di Lady de Bythe:
“Sotto un cielo perennemente azzurro con il sole che non ha cessato di sfolgorare un solo giorno, in cospetto di una folla varia e superbamente elegante, per una settimana si sono librati nell’aria le chimere del sogno: gli aeroplani nelle loro tipiche forme. Nell’aria hanno volteggiato mirabilmente, destramente pilotati da quegli audaci che nell’ebrezza del volo mettono a repentaglio la loro vita.
Nelle tribune, portata da superbe automobili, si succedette l’alta società venuta da ogni dove: l’alta società milanese naturalmente, ma anche da Genova, Torino, Venezia, Mantova, Firenze, Roma, Palermo. E all’Aerodromo di Taliedo era rappresentata anche l’alta società di Nizza, di Parigi, di Londra, di Berlino”
Il campo di volo visse altre imprese aviatorie, compreso l’utilizzo dell’aeroplano quale mezzo pubblicitario: diecimila volantini della Cinzano lanciati sulla città! Nel 1911 venne aperta a Taliedo una “Scuola di Volo e di Meccanica”, da subito frequentata da un’entusiasta ventitreenne milanese: Rosina Ferrario.
E ci riuscirà, la Rosina, a coronare il suo sogno. Prima donna italiana e ottava nel mondo a conseguire il brevetto di pilota d’aeroplano. Era il 3 gennaio 1913.