Italia: campione europeo in economia circolare

L’Italia si è classificata al primo posto tra i paesi europei attivamente impegnati in economia circolare.

È ciò che emerge dall’ultimo “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021”, redatto da CENCircular Economy Network, la rete italiana nata con l’intento di supportare la transizione verso un nuovo modello di produzione più attento all’ambiente e all’uso di risorse.

Il nostro Paese nell’ambito complessivo dell’economia circolare ha infatti ottenuto 79 punti, seguito da Francia con 68 punti, Germania Spagna con 65 e Polonia con 54.

Per intenderci, aumentando il tasso di circolarità, calcolato dalla quota di risorse materiali provenienti dal riciclo sul totale delle risorse utilizzate, si possono ridurre proporzionalmente i consumi di materia e, di conseguenza, le emissioni di gas serra.

Un settore, quello dell’economia circolare, che, ad oggi, occupa in Italia 112mila persone e fattura 70 miliardi l’anno.

Per dare qualche numero, per la produttività delle risorse l’Italia genera 3,3 euro di Pil, contro una media europea di 1,98 euro, per ogni chilogrammo di risorse consumate.

Per quanto riguarda invece l’energia rinnovabile utilizzata rispetto al consumo totale di energia, l’Italia perde il suo primato con il 18,2%, immediatamente dietro alla Spagna che arriva al 18,4%.

Sul fronte dei rifiuti urbani, il riciclo è stato del 46,9%, in linea con la media europea; mentre il riciclo di tutti i rifiuti vede l’Italia primeggiare nuovamente sulla media europea di ben 11 punti percentuali, con il 68% e al primo posto tra le principali economie UE.

Anche il tasso di utilizzo circolare di materia in Italia nel 2019 è stato del 19,3%: superiore alla media dell’UE che si ferma solo all’11,9%.

L’Italia è però ultima tra le grandi economie europee per numero di brevetti. Nel 2016 risultano depositati 14 brevetti italiani su un totale di 269 in UE.

Ciò che emerge dal rapporto è dunque che in materia di economia circolare l’Italia ha fatto passi da gigante, tuttavia, sono ancora tanti gli interventi necessari per raggiungere tutti gli obiettivi dell’Agenda 2030 ONU.

Occorre intensificare gli investimenti sulla Green Economy per dare vita a filiere produttive e metodologie aziendali ancora più competitive e sostenibili e per rafforzare il supporto alla ricerca e alle innovazioni in materia di economia circolare e sostenibilità. Questo permetterà all’Italia di scalare anche la classifica dei brevetti in questo settore.

In questo senso, l’anno in corso può essere decisivo: l’accesso ai fondi del Next Generation EU e il Recovery Plan rappresentano una grande opportunità per supportare investimenti innovativi nel campo dell’economia circolare e per progetti che puntino ad un impatto positivo sull’ambiente.

(Articolo apparso su “Il blog di Marzia Chiesa” il 26 maggio 2021)