Brutpost: vivere a San Babila, Milano

Da qualche tempo, circa 4 anni, in alcuni luoghi della nostra bella città si assiste ad un momento di particolare degrado. Mi riferisco, in particolare, alla zona compresa tra via Durini e via Borgogna da un lato, e piazza San Babila e corso Europa, dall’altro. Pieno centro di Milano.

Il termine degrado potrebbe essere eccessivo, atteso che, come mi è stato fatto notare da alcuni amici e colleghi, i cantieri che creano immissioni di fumo e rumore, scuotimenti, ed altro sono quelli afferenti il noto cantiere della Metropolitana della Linea 4. E quindi portano, rinnovamento e lavoro.

I cantieri della Metropolitana Linea 4

I lavori dovevano essere completati per l’Expo, ma poi ci sono stati vari ritardi e altri ve ne saranno, con la conseguenza che, immaginarne la fine per l’ottobre del 2022, resta una pia illusione.

Svolgo un mestiere, quello del libero professionista in materie giuridiche, che spesso e volentieri costringe al dialogo con colleghi e con clienti, oppure al silenzio per avere maggiore concentrazione. Ora, per lavorare a piazza San Babila, bisogna dimenticare i principi che governano il quieto vivere; ed è uno dei motivi per il quale ho soprannominato piazza San Babila: Brutpost.

I miei detrattori mi fanno notare come le mie rampogne siano prive di fondamento, posto che, in nome del progresso, un piccolo sacrificio si può ben sopportare. Vorrei che queste persone venissero, per un giorno, nel mio studio e si rendessero conto di che cosa si sta vivendo.

Il garage di Via Borgogna

Come se non bastasse, da circa un mese a questa parte, sono cominciati i lavori per la “Realizzazione in project financing di un Parcheggio pubblico e per i residenti nel sottosuolo dell’area pubblica di via Borgogna” (così testualmente l’avviso del Comune di Milano). Dunque, al cantiere della Metropolitana Linea 4, si aggiunge quello per la costruzione di un nuovo parcheggio interrato. Qui i lavori non dovrebbero durare più di tre anni, se tutto andrà bene e, pertanto, nel 2024 potrebbero anche essere finiti. Nel frattempo, agli scuotimenti ed immissioni della metropolitana 4 si aggiungono quelli del parcheggio. Vien fatto di chiedersi che necessità vi fosse di costruire questo nuovo garage, posto che trattasi dello stesso progetto che, nel 2014, fu bloccato dal Tar della Lombardia, perché in un qualche modo pericoloso; nel 2021 invece il pericolo si è sostanzialmente eliminato e, quindi, il progetto può andare oltre.

A questo punto ho provato a ricordare a me stesso se esistano e quali siano eventuali altre pubbliche autorimesse, nelle vicinanze di via Borgogna. Ebbene ne esiste una in via Mascagni, un’altra, purtroppo chiusa, nella graziosa piazzetta Giordano, oggi vergognosamente sudicia e maleodorante, una in corso Matteotti di recentissima realizzazione ed altre due in corso Europa. Tutte possono contenere centinaia di macchine ciascuno. Ecco perché mi domando quale utilità possa avere una nuova autorimessa che dista forse qualche centinaio di metri dalle altre appena menzionate.

E qui sarei lieto di avere una qualche risposta da un qualunque amministratore che potesse spiegarmi che la rabbia quotidiana, che provo nell’entrare nello studio professionale, sia mal riposta.

La riqualificazione di Brutpost

Credo che Brutpost sia da riqualificare: non dico di allontanare i senzatetto che stazionano tra la piazza San Babila, la via Durini e la via Borgogna ogni giorno; ci mancherebbe! Diventerei un cittadino da additare al pubblico scandalo.

Tuttavia, vorrei che si pensasse anche alle persone normali che, forse, sono la maggioranza, alle persone che ogni giorno escono dalla metropolitana e si recano negli uffici lungo un percorso di guerra costellato da camion enormi, da gru pericolosissime, ammantati da un rumore che pervade l’animo, toglie ogni concentrazione ed ogni sorriso, da polvere e fumo che non lascia tregua.

Vorrei che i nostri pubblici amministratori muovessero qualche metro per recarsi in questa zona (dista solo qualche minuto a piedi da Palazzo Marino) e si rendessero conto di persona di cosa significa vivere qui nel luglio del 2021 e per i prossimi tre anni.

In verità, non esiste alcuna considerazione del cittadino milanese, nel senso che a nessuno dei pubblici amministratori interessa il disagio quotidiano che egli prova, unito alle restrizioni pandemiche ed alle paure di un futuro sempre più incerto. La zona vive un momento drammatico: provate a guardare quanti negozi sono rimasti aperti, provate a fare una passeggiata (si fa per dire) tra piazza San Babila e la nostra Università degli Studi. Poi mi direte.

Vorrei che i governanti, in nome di un’etica perduta, ricordassero che sono chiamati a svolgere il loro compito, per spirito di servizio che deriva dall’essere stati eletti… dai cittadini.

Mi piacerebbe che questo mio pensiero venisse criticato, ove errato. Se qualcuno, viceversa, è della mia stessa opinione è necessario che reagisca; è necessario che si combatta per eliminare questo sistema di cui il governato è vittima. Pure è imprescindibile eliminare le incapacità e le pochezze di chi ci governa.

Elogio del governato

In questo momento il governato va elogiato, perché ha sopportato indicibili negatività ed anche il più piccolo desiderio di vivere un poco di normalità è frustrato.

Va raccolto, pertanto ed infine, con Alessandro Manzoni (Adelchi, Coro dell’atto Terzo) il principio per cui “Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti, … Un volgo disperso repente si desta, Intende l’orecchio, solleva la testa, Percosso da novo crescente romor”.