Elezioni Milano: chi è Luca Bernardo?

Classe 1967, primario di Pediatria al Fatebenefratelli, laureato in Medicina all’Università Statale con specializzazione in pediatria e patologia neonatale. Sempre al Fatebenefratelli è stato responsabile dell’ambulatorio immigrati e ha diretto la Pediatria e il dipartimento Materno infantile. Vanta esperienze lavorative negli Stati Uniti, alla Cornell University di New York e al Miami Children’s Hospital.

Dal 2010 è anche direttore ad interim del reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Macedonio Melloni. Per conto del ministero dell’Istruzione è membro dell’Osservatorio nazionale per l’Infanzia ed è direttore del Centro di Coordinamento Nazionale Cyberbullismo, oltre ad essere presente nella Commissione sul disagio degli adolescenti, come esperto di bullismo e di dipendenze, e nella Commissione Unica per la Dietetica e la Nutrizione.

Riceve nel 2017 la chiamata dall’Anticorruzione (Anac), guidata da Raffaele Cantone, in veste di esperto nazionale in ambito sanitario. Fra le sue pubblicazioni i libri «Il bullismo femminile», «L’età dei bulli. Come aiutare i nostri figli» e «Sottopelle». Nel 2011 ha ricevuto il premio “La Salute a Milano è un impegno in Comune” e “l’Ambrogino d’Oro Militare”. Bernardo è inoltre iscritto all’Ordine dei giornalisti ed ha collaborato con periodici e con il quotidiano Libero.

Per Milano il centrodestra ha scelto un nome illustre della società civile; secondo Gianmarco Senna, presidente della Commissione Attività Produttive di Regione Lombardia, è “l’uomo di cui Milano ha bisogno per ricominciare a volare”. Le prime parole di Bernardo come candidato sindaco sono state molto soft, specialmente nei confronti di Beppe Sala che ha definito “un bravo sindaco, un gran signore”, nonostante lo stesso Sala lo abbia bacchettato con toni decisamente meno amichevoli dicendogli “io ci ripenserei, il sindaco è un lavoro che si fa a tempo pieno”.

Bernardo non è nuovo al mondo della politica: nel 2006 si era infatti candidato nella lista di Letizia Moratti. Nella società cittadina milanese quello di Luca Bernardo è sempre stato un nome apprezzato per i suoi meriti nell’ambito della medicina (la casa pediatrica del Fatebenefratelli è stata da lui fortemente voluta e realizzata), ed ora che si parla di tornare ad investire su sanità ed infrastrutture mediche questo potrebbe essere un vantaggio non irrilevante. “Vivo in centro ma conosco bene le periferie anche grazie al mio lavoro” è stata la risposta alle varie ed eventuali perplessità sul rapporto del candidato con gli ambienti meno centrali della città (ricordiamo che è stato per diversi anni responsabile dell’ambulatorio migranti).

Mettendo a confronto i due candidati per Milano, le differenze sono notevoli: Sala è un sindaco “social”, punta molto su una comunicazione che talvolta gli ha fruttato critiche aspre da parte dei milanesi che gli rimproverano di essere “tanto fumo e poco arrosto”, in particolare sul piano neve dopo l’emergenza maltempo, sull’indecisione nelle riaperture e sui ricorrenti blackout che hanno colpito la città, oltre che alla totale assenza sul fronte delle bande armate latinoamericane che hanno invaso i quartieri di periferia come la Mara Salvatrucha, il Barrio 18 ed i Trinitarios di Santo Domingo che hanno preso il controllo della periferia nord di Milano da piazzale Carlo Maciachini fino a Piazzale Loreto e Piazza Carbonari; Bernardo è invece carente di followers ed ammiratori social, chi lo conosce ne parla come una persona che non si attribuisce meriti e che lavora a testa bassa senza spettacolarizzazioni. È dunque una sfida sul modello di sindaco che i milanesi vogliono scegliere, un Sala amato e odiato per i suoi eccessi di personalizzazione delle questioni contro un nome ancora politicamente poco noto, ma che sembra avere i favori della società civile e dell’impresa milanese. I sondaggisti si sono sbizzarriti come sempre scrivendo la qualunque, dall’oggi al domani Sala sembra passare dal tetto del mondo all’imminente rovina.
Per non sbilanciarsi è necessario considerare che la campagna elettorale di Bernardo deve ancora cominciare, mentre Sala ha comunque alle spalle un mandato ed un centrosinistra pronto ad occuparsi della sua campagna sui territori (si spera in maniera migliore di come stiano facendo con Gualtieri a Roma). C’è da dire che Bernardo non è di certo aiutato dal fatto che Giorgia Meloni ha presentato come capolista per le comunali di Fratelli d’Italia Vittorio Feltri, una candidatura che costa molto anche in termini di credibilità per il centrodestra a Milano. In Lega e Forza Italia, tuttavia, sono fiduciosi; la giunta che Bernardo proverà a portare a Palazzo Marino può battere una classe amministrativa che a Milano per certi versi ha lasciato l’amaro in bocca, e a questa si accosterà una campagna elettorale che sicuramente punterà sulla professionalità del candidato e sulle possibilità che i suoi meriti civili gli offrono in termini di rapporti istituzionali.

Gli esiti sono tutt’altro che certi, a Milano si respira aria di cambiamento e la sensazione è che forse Sala abbia interpretato ciò più come l’esigenza di avere un superdivo alla De Luca nei palazzi istituzionali, che come uno stimolo per dare prospettive nuove ad una Milano che punta sul rilancio. A partire dalle realtà imprenditoriali cittadine che sono il suo marchio di fabbrica, dalla moda fino alla ristorazione. Che Bernardo possa essere il cavallo vincente per la corsa a Palazzo Marino? Il candidato forte c’è, il centrodestra ha le idee chiare, noi per i pronostici aspettiamo la campagna elettorale.