Sostenibilità! Un termine che inizialmente usavamo con poche riflessioni, da qualche anno è diventato sempre più frequente nei nostri discorsi e, dato che si riferisce principalmente a ciò che sarebbe meglio fare per il futuro benessere dell’intera umanità, affascina e crea sempre più interesse.
Oltre all’interesse per la nostra salute, conseguentemente, crea anche interesse per tanti speculatori ed investitori nei vari mercati finanziari e immobiliari.
Il denaro non inquina ma gli immobili si; pertanto, nel settore immobiliare ci sarebbe tanto da investire per migliorare il benessere della nostra vita quindi, nel bene e/o nel male, è meglio preoccuparci.
L’Unione Europea è molto attenta e preoccupata ed i governi stanno consigliando le migliori soluzioni ambientali per la nostra salute e per le nostre abitazioni; le autorità pubbliche predicano la sostenibilità e la incoraggiano anche con programmi nazionali per l’edilizia, soprattutto nelle principali metropoli europee come Parigi, Londra e, udite udite, soprattutto Milano.
Pronti piani d’azione strategici per lo sviluppo sostenibile che, nel settore immobiliare, diversificano ed evidenziano opportunità di cambiamento delle abitudini di vita, di trasformazione degli edifici e sviluppo costante.
Questo slancio è alimentato dalla convinzione che la sostenibilità ripaghi a lungo termine. A questo livello sorgono diverse domande: cos’è l’edilizia sostenibile e cos’è l’immobiliare sostenibile? In termini finanziari, la sostenibilità ripaga davvero? Come lo misuriamo e lo valutiamo?
Per quanto mi riguarda, nel settore immobiliare come altrove, la nozione di sostenibilità è spesso imprecisa. Ciò è dovuto alla complessità dell’argomento e alla mancanza di uno standard reale in materia. Milano sta riscuotendo un notevole successo nel settore immobiliare; tuttavia, poiché i progetti si concentrano principalmente sull’efficienza energetica e sul comfort domestico, non costituiscono un’etichetta di sostenibilità completa. Infatti, oltre all’energia, il concetto di sostenibilità si estende anche all’ambiente, alla società e all’economia. Va quindi definito come un primo passo: un immobile è considerato sostenibile se offre un interesse economico, ecologico e sociale a lungo termine o, almeno, evita il degrado in queste ultime due aree.
Per cercare di risolvere in parte questi dilemmi, ho preferito chiedere informazioni puntuali ad un esperto di sostenibilità che da parecchi anni, con dedizione e passione, dedica gran parte del suo tempo alla sostenibilità:
L’architetto Antonio Sacchetti, coordinatore del tavolo dedicato alla sostenibilità di Siamo Milano, progetto pilota dell’Associazione Tra il Dire e il Fare, nonché titolare dello studio di Architettura ASSA in Milano.
I: Oggi si parla tanto di sostenibilità del pianeta, ma quali accortezze sarebbero più efficaci?
Per il bene del pianeta dovremmo farne contemporaneamente molte cose, tutte utili al fine, ma ve n’é una che mi preme sostenere di più.
Si tratta di ridurre al massimo la necessità di movimento delle persone. Per anni abbiamo sentito parlare di cibo a KM ZERO, bene io dico che oggi è necessario parlare di uomo a KM ZERO.
I: Cosa intende che dovremmo stare tutti chiusi in casa?
No per niente, anzi tutti fuori. Ma a piedi!
I: Come? In che modo?
Le nostre città, come è il caso di Milano, sono il frutto di una politica urbanistica praticata con lo zoning: in una zona si dorme, in un’altra si lavora, in un’altra si fa lo shopping, in un’altra ancora si fa sport, ecc.
Questo ha costretto le persone a muoversi continuamente durante la giornata di qua e di là con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti. Consumi di energia e di tempo altissimi e pessima qualità della vita.
Noi dobbiamo invertire la rotta.
Posta la necessità di riqualificare il nostro patrimonio edilizio per ottenere edifici eco sostenibili, c’è l’opportunità di trasformare e riprogettare le nostre città ponendo al centro l’uomo.
I cittadini debbono vivere lavorare e soddisfare i propri bisogni primari nel raggio di 600-800 metri ovvero tutto a portata di piede.
I: Ma come si può ottenere?
Realizzare complessi edilizi a zero emissioni applicando le 3 mosse necessarie:
— DENSITA’ ABITATIVA
— DENSITA’ FUNZIONALE
— DENSITA’ SOCIALE
I: Una rivoluzione! Ma non le sembra un po’ fantascientifico?
Non più di quanto non lo fosse la previsione dei climatologi quando dissero che continuando così avremmo trasformato il clima del nostro pianeta in maniera irreversibile.
I: Secondo lei ci sarebbero gli strumenti per ottenere tutto ciò anche in una città metropolitana come Milano?
Dal punto di vista della ricerca dei materiali e sulle tecniche e le tecnologie per la costruzione degli edifici si.
Quello che manca è una nuova normativa urbanistica ma soprattutto una politica lungimirante che pensi realmente all’ambiente.
I: Grazie architetto Sacchetti!
Dall’intervista con l’Architetto Sacchetti, deduco che emergeranno obbiettivi e, anche, conflitti di obiettivi.
Il desiderio di massimizzare i benefici per l’ambiente, la società e l’economia, potrebbe creare conflitti di interesse. Se prendessimo in considerazione uno stabile storico, che necessita di un cambiamento della propria facciata e del proprio metodo di riscaldamento, e che quindi prevede un notevole intervento per ridurre il proprio consumo di energia, situato in una determinata zona di pregio ma carente di principali servizi socioculturali e senza fermate di metropolitana nelle immediate vicinanze, in che modo potremmo giustificare il giusto investimento a medio lungo termine? Nell’investimento che siamo in procinto di fare, si potrebbero fondere i requisiti Ecologici, Economici, Storici e Sociali? Potremmo considerare il nostro investimento giustificato per un periodo a medio e lungo termine?
Edilizia sostenibile contro proprietà immobiliari sostenibili?
Finora, l’approccio più comune è sempre stato quello di dare la priorità all’edilizia sostenibile. Per dirla in modo semplice, questo di solito comporta la risoluzione di questioni tecniche relative all’economia dell’edificio. L’accento è posto sulle nuove costruzioni e su alcuni lavori di risanamento.
Il più delle volte, la sostenibilità ecologica è implicitamente in primo piano.
Nell’economia immobiliare, invece, il centro di interesse è l’immobiliare sostenibile. L’attenzione si concentra maggiormente sul territorio nazionale esistente (ne sono testimoni la marea di Bonus messi a disposizione dal nostro governo) nonché sulla redditività economica a lungo termine. Per un investitore, un creditore ipotecario o un proprietario privato, un immobile è sostenibile se mantiene o aumenta il suo valore economico a lungo termine, esibendo un valore ecologico e sociale o evitando danni ecologici e sociali equivalenti. Da un punto di vista metodologico, i valori ecologici e sociali sono vincoli per gli immobili sostenibili che dovrebbero essere soddisfatti il più possibile. Da una prospettiva finanziaria dinamica, gli immobili sono sostenibili se, a lungo termine e tutte le altre cose a parità di condizioni, resistono facilmente a determinati parametri come l’aumento dei prezzi dell’energia, le tendenze demografiche o il cambiamento climatico. Questa virtù riduce il rischio di deprezzamento e aumenta le possibilità di valutazione dell’oggetto. Ad esempio, un edificio che, grazie alla sua costruzione, rimane fresco in estate diventerà più prezioso poiché le giornate di ondate di caldo tendono a moltiplicarsi sotto l’effetto del riscaldamento globale.
Quesiti tutti interessanti che avremo modo di sviluppare nelle prossime rubriche: Sostenibilità e Trasformazione del mercato Immobiliare.