Mercato immobiliare e Covid: cosa sta cambiando?

La pandemia ha spaventato tutti. Tutti si sono preoccupati per la propria salute ma in tanti si sono anche preoccupati per i propri portafogli e dove investire. I mercati finanziari hanno mantenuto le classiche stabilità di rischio, mentre il mercato immobiliare ha rafforzato la propensione all’investimento, coinvolgendo sempre di più i piccoli risparmiatori.

Nelle varie compravendite immobiliari, soprattutto nel settore residenziale, le banche hanno sempre avuto un ruolo determinante nel condizionare i prezzi di mercato e, grazie allo spread attualmente in vigore, i piccoli risparmiatori si affacciano con interesse sollecitando inevitabilmente il mercato.

Circa 15 anni fa, proprio a causa di allettanti aiuti finanziari, iniziammo a conoscere un nuovo termine che rappresentava l’eccesso di aiuto delle banche: “Bolla Immobiliare”. Giustamente, oggi si interpreta l’aiuto delle banche come un fattore positivo, di stabilità di mercato, sottovalutando un parallelo indebitamento e una probabile sopravalutazione dei prezzi, il tutto condito da politiche fiscali inadeguate e da piani regolatori non aggiornati rispetto all’aumento demografico dei grossi centri urbani. Tutto ciò è al centro di un paradosso: alcune città italiane ed europee sono a rischio bolla. Nelle aree turistiche e di pregio i prezzi volano stimolando gli appetiti di fondi d’investimento e speculatori, rendendole inavvicinabili per i comuni mortali. In tutte le zone periferiche, al contrario, la casa non è più un bene rifugio. Per uscire da questa dinamica perversa servono politiche abitative ed un’azione redistributiva di matrice pubblica.

I risparmiatori italiani amano distribuire le risorse prevalentemente nelle città dove risiedono, con accentuata attenzione nelle città d’arte, prima fra tutte Venezia (+12,5%), e nelle città con alta movimentazione economica: come Berlino, Londra, Parigi e, non poteva mancare, Milano.

Nel panorama europeo Milano rafforza sempre più il suo ruolo di leadership dei mercati immobiliari. Ormai Milano ha staccato i vagoni dell’economia italiana, entrando prepotentemente in competizione anche nei principali mercati immobiliari europei, dando così pregio e lustro alla nostra nazione che, a causa delle continue difficoltà economiche, è spesso beffeggiata dalla comunità europea.

L’effervescenza del mercato immobiliare milanese, oltre ad attrarre imprenditori e fondi di investimento, attrae anche i piccoli risparmiatori stranieri. Le proporzioni con il settore residenziale sono ben diverse, ma si riscontrano avvicinamenti anche nei settori commerciali ed industriali, sostenendo così tutti i servizi immobiliari che ruotano attorno.

Prima della pandemia i mercati europei si accingevano a chiudere l’anno 2019 con segno negativo intorno al 14%, mentre il settore che raggruppa tutti i servizi immobiliari evidenziava un incremento di circa 1,5%.

La crescita stimata dell’Italia (trainata da Milano) intorno al 4,5%, in seconda posizione dietro alla Francia con quasi il 6%, evidenzia l’importanza ed il contributo del comparto dei servizi immobiliari.

Il risparmiatore italiano non rimane fermo. Se ne ha la possibilità, diversifica i propri risparmi principalmente nel settore immobiliare residenziale, con un occhio di riguardo al mercato spagnolo (nella regione Costa del Sol) ed in Francia (Costa Azzurra), probabilmente anche per le migliori agevolazioni fiscali e commerciali.

L’investimento nel mattone è sempre affidabile. Oltre alla possibilità di locare l’immobile acquistato e ricavarne una rendita immediata, ci potrebbe essere una rivalutazione commerciale nel tempo. Anche per questo motivo le banche contribuiscono volentieri a finanziare e ipotecare immobili, pur consapevoli di provocare allarmismi nella BCE su eventuali “bolle immobiliari”. Allarmi condivisi anche dalla banca svizzera UBS ovvero: tassi sempre più bassi favoriscono la formazione di una Bolla nell’eurozona.

Prima della pandemia, era rilevante l’andamento del mercato tedesco, con Monaco di Baviera, considerata sopravvalutata davanti a tutte le altre città; seguita da Amsterdam e con Parigi al quinto posto. Milano più lenta ma sempre in leggera crescita. La carenza di nuove e moderne abitazioni nella città bavarese e l’aumento della densità abitativa, hanno contribuito all’innalzamento dei prezzi.

Potrebbe succedere anche a Milano?

Gli addetti ai lavori sono molto attenti e, forse, grazie alla distribuzione vaccinale, si creerà meno incertezza sulla scelta della città in cui investire i propri risparmi. Nei prossimi articoli cercheremo di monitorare ulteriormente l’andamento del mercato.