Giovanni Bozzetti conosce bene Milano e, in qualche modo, è stato uno degli artefici del successo nazionale e internazionale della sua città. Innanzitutto come Assessore del Comune con delega al Marketing Urbano, al Turismo, Moda e Relazioni Internazionali dal giugno 2001 al giugno 2006, negli anni in cui Gabriele Albertini gettava le fondamenta della metropoli che vediamo oggi e che, pochi anni dopo, Letizia Moratti riuscì a consacrare vincendo l’assegnazione di ExPo 2015.
A lui abbiamo rivolto qualche domanda sul futuro di Milano e, come diretta conseguenza, sul futuro della Lombardia e sul Sistema-Paese. Una sorta di ricetta del rilancio..
Quali sono gli strumenti che Milano possiede per rilanciare il turismo post-pandemia?
Milano è la città più internazionale d’Italia. Da sempre nota come la capitale del turismo business, dopo Expo 2015, è divenuta molto attrattiva anche in ottica di turismo leisure. Perché la verità è che Milano è la città dalle 1000 anime ed è proprio questa che non dobbiamo mai smettere di valorizzare.
Milano è un continuo intreccio tra la sua parte storica, come il centro di origine romanica, e il suo costante sguardo rivolto verso il futuro, come dimostra il nuovo skyline. Milano è un susseguirsi di Gallerie d’Arte, prevalentemente antica per alcune, marcatamente contemporanea per le altre. Abbiamo i grandi eventi internazionali, alcuni a La Scala, con l’Opera e il Balletto, ma anche a San Siro, con i grandi concerti che attirano migliaia e migliaia di persone provenienti da tutta Italia e non solo. Ci sono eventi sportivi che, da sempre, catalizzano l’attenzione a livello internazionale e non dimentichiamoci che, tra 5 anni, ospiteremo anche le Olimpiadi Invernali.
Milano vanta una centralità logistica: è la porta d’ingresso in Italia dal Nord Europa con diversi scali ferroviari e tre aeroporti internazionali. E’ vicino ai laghi, alle montagne e al mare. Insomma, ha tutte le carte in regola per un rilancio, sia sotto il profilo turistico che imprenditoriale. Ciò che manca è la capacità di ragionare in una reale logica di marketing territoriale, ovvero, la capacità di promuovere i nostri territori in modo sinergico e sistemico con tutte le realtà pubbliche e private. Basta con gli egoismi: Comuni, Regioni, Stato, enti di ogni ordine e grado e privati devono collaborare e fare i modo che la logica campanilistica venga quanto prima sostituita da una logica unitaria. Solo così, si attraggono flussi turistici e investitori.
E poi, bisogna sburocratizzare. Dare regole certe e fare in modo che non vengano cambiate dando condizioni di stabilità agli investitori internazionali.
Milano ha i requisiti per primeggiare in Italia e in Europa nello sviluppo sostenibile?
Sì, Milano è internazionale ed è, ancora una volta, la città che può fare da locomotiva della rinascita italiana, ma è necessario partire dall’abc, come si suol dire.
Innanzitutto, serve un’intensa attività educativa nelle scuole sì, ma senza slanci utopistici. Voglio essere concreto: ben vengano le piste ciclabili, ma laddove sono praticabili e non di certo per mostrare di aumentarne i KM mettendo a repentaglio l’incolumità di pedoni, ciclisti e auto. Così come ben venga l’utilizzo di mezzi alternativi, ma non per riempire i marciapiedi di monopattini. A mio avviso, la soluzione non è disincentivare l’utilizzo dell’automobile, ma utilizzarla in modo intelligente.
In secondo luogo, ritengo ci sia ancora molto da fare con le caldaie – ce ne sono ancora tante, troppe, a gasolio, soprattutto nelle scuole – e con le centraline per le auto elettriche, che sono, al contrario, ancora poche.
Expo 2020 si svolgerà quest’anno, a Dubai. In che modo può rappresentare un’opportunità per gli imprenditori lombardi?
Expo Dubai sarà il primo evento mondiale post pandemico e, diversamente da Expo Milano, sarà molto orientato al business. Le tre tematiche principali sono quella della sostenibilità che è trasversale alle altre due: la mobilità e le opportunità che si possono generare con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Si parlerà molto di innovazione con l’obiettivo di veicolare in Expo le menti più illuminate del nostro pianeta per garantire un futuro più sostenibile. Non per niente, il claim dell’evento è “Connecting Minds, Creating the Future”.
Consiglio agli imprenditori di entrare in contatto con la Dubai Chamber, una realtà locale che organizza tutti gli eventi business per Expo e, se posso permettermi, colgo l’occasione per ricordare loro che gli Emirati sono un paese business friendly sì, ma che prima di iniziare relazioni commerciali, è preferibile conoscerne la cultura, gli usi e i costumi. E poi, come in tutte le cose, bisogna avere costanza e non avere un approccio touch and go.
Lei vanta diverse esperienze nella PA, sia milanese che lombarda. Cosa auspica (e si aspetta) dal futuro inquilino di Palazzo Marino?
Mi auguro in primis che venga diffusa una coscienza, un’educazione civica ambientale. E questo, ripeto, non si fa inondando la città di piste ciclabili, ma cambiando la mentalità delle persone. Credo sia fondamentale partire dalle scuole, reintroducendo, ad esempio, l’ora di educazione civica che, oggi, potremmo chiamare educazione ambientale. Una città “educata” produce anche il cosiddetto “effetto emulativo”. Faccio un esempio concreto: gli italiani in Giappone o a Dubai non butterebbero mai un mozzicone di sigaretta per terra o un pezzo di carta.
Bisogna poi eliminare tutte le sacche di degrado. Parlo, ad esempio, dei graffiti che nulla hanno a che fare con l’arte, parlo delle strade dismesse e parlo soprattutto dei senzatetto, notevolmente aumentati con la pandemia. Non è accettabile vedere una distesa di persone che dorme sotto i portici, per strada anche nelle aree centrali di fianco agli alberghi colmi di turisti. Non è dignitoso per loro e non è corretto per chi ci abita.
Bisogna far fronte al fenomeno delle “luci che si spengono”, soprattutto in epoca post covid. A Milano, molti esercizi commerciali stanno chiudendo i battenti. Si potrebbe pensare ad abbassare i costi del canone d’affitto dove la proprietà è pubblica e ad introdurre degli incentivi, laddove è privata.
O pensiamo agli eventi, quando i tempi lo consentiranno, ovviamente. Io, ad esempio, durante la mia esperienza a Palazzo Marino, avevo introdotto la “Notte Bianca”, orgoglio per tutta la città di Milano. Con un budget risicatissimo, avevamo organizzato 400 eventi e attratto più di un milione di persone, famiglie comprese. A tal proposito, tengo a sottolineare che, nonostante la mole di persone, non ci fu alcuna segnalazione da parte della questura del compimento di reati. Mi auguro, infine, che i milanesi tutti possano tornare ad essere orgogliosi della propria città perché i cittadini sono i primi ambasciatori del proprio territorio.
di Cristina Svegliati & Andrea D’Amico
* Giovanni Bozzetti è stato Assessore del Comune di Milano con delega alla – Moda – Turismo – Tempo Libero – Marketing Urbano – Relazioni Internazionali – Gemellaggi e Cooperazione – Fiera e Avvocatura dal giugno 2001 al giugno 2006, Consigliere del Ministero della Difesa da dicembre 2009 a novembre 2011, Assessore della Regione Lombardia con delega al Commercio – Turismo – Servizi e Marketing territoriale da ottobre 2012 a marzo 2013.
Giovanni Bozzetti è oggi Socio Fondatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Efg Consoulting srl, società di consulenza strategica in tematiche di marketing aziendale e territoriale, comunicazione, pubbliche relazioni ed internazionalizzazione, nonché Presidente del Consiglio di Amministrazione di Ambienthesis Spa, società quotata alla Borsa di Milano e parte del Gruppo Green Holding, la maggiore società privata italiana operante nel settore ambientale.