Riaperture: fondamentali per il ritorno alla socialità

E’ tempo di riaperture a Milano, è tempo di ritorno alla socialità per i milanesi.
Il recente allentamento delle misure restrittive sta consentendo alle persone di tornare a uscire dalle proprie abitazioni e, finalmente, di riguadagnare quegli spazi di socialità che abbiamo desiderato così a lungo nei mesi scorsi. Un’ottima occasione per riprendere quell’intensa attività di ascolto ai cittadini e alle imprese del territorio che l’Associazione Tra il Dire e il Fare svolge ormai da diversi anni.
Oggi vi racconto la storia di Matteo Caccia Dominioni, parente del celebre ingegnere ed eroe di guerra Paolo, nonché ospite di Tra il Dire e il Fare TV lo scorso 26 aprile.
Ho avuto il piacere di intervistarlo in qualità di Referente per il Municipio 1 di Milano.

Matteo, qual è la sua opinione sulle recenti riaperture di bar e ristoranti?

“Assolutamente positiva. Queste riaperture stanno consentendo a bar e ristoranti di poter guadagnare spazi all’aperto e ciò rappresenta non solo la sopravvivenza degli esercenti, ma anche la salvezza di tutte le persone rimaste a casa e, più in particolare, a quelle come me, non in grado di spostarsi oltre un centinaio di metri dalla propria abitazione”.

Vuole raccontarci la sua storia?

“Con piacere.
Siamo a Giugno 2020, periodo delle prime riaperture. Colgo l’occasione per fare le analisi del sangue e verificare di non avere contratto il Covid… e da queste scopro in tempo di avere un tumore allo stomaco. Senza il Covid probabilmente non lo avrei mai scoperto in tempo!
Da quel momento, inizia un percorso che non auguro nemmeno al mio peggior nemico: chemio terapia, asportazione dello stomaco, di nuovo chemio terapia. Il tutto succede tra giugno e fine dicembre, periodo in cui di fatto resto bloccato tra casa e ospedale.
Ho trascorso molte ore seduto all’aperto ai tavolini del Bar di Francesco in fondo alla Piazza Sant’Ambrogio, dove abito. Lo spazio all’esterno del bar è diventato sia punto di incontro e conversazione per gli amici che mi venivano trovare, sia luogo in cui fare amicizia con i residenti della zona, che diversamente non avrei mai avuto modo di conoscere, se non per fugaci consumazioni al banco”.

Come dire, si cerca di pensare positivo anche nelle situazioni più spiacevoli. Quindi ci sta dicendo che, in qualche modo, la pandemia e le aperture all’esterno possono avere degli effetti positivi anche sugli esercizi commerciali?

“Certamente”.

E che mi dice delle ricadute sui quartieri?

“Piazza Sant’Ambrogio, soprattutto alla sera, era diventata da qualche anno luogo di spaccio e di vandalismo da parte di bande di ragazzotti. La presenza del bar e degli avventori seduti all’esterno ha circoscritto di molto il problema!

Ora, passato il peggio per me, la ristorazione all’aperto continua a rimanere un meraviglioso punto di incontro e di relazione. Tutti i fine settimana infatti, ci ritroviamo all’aperto, vuoi da Francesco, vuoi al chiringuito di Alessio tra Alberto da Giussano e via Ariosto, abitudine che in queste vie residenziali e poco avvezze alla movida si è molto consolidata da parte di tutti i residenti e che, nei fatti, rappresenta un ritorno alla socialità.

A tal proposito, abbiamo firmato numerosi una lettera di apprezzamento e di soddisfazione, augurandoci che il Comune e i consigli di zona operino positivamente per la continuità nel prossimo futuro di questi esercizi e dei loro spazi esterni”.

Ce lo auguriamo anche noi, Matteo, per il bene degli esercizi commerciali e per un pieno ritorno alla socialità dei milanesi. Un’ultima battuta?

“Nessuno avrebbe mai voluto il Covid, ma senza di esso molti bar e ristoranti non avrebbero mai ottenuto la concessione di spazi esterni… e io non avrei mai scoperto di avere un tumore, salvandomi la vita!”