Milano e la Brexit: una nuova opportunità

Il Tribunale Unificato Europeo dei Brevetti (TUB) è una Corte dotata di giurisdizione europea esclusiva per le controversie relative sia al brevetto europeo tradizionale che al nuovo “brevetto unitario”. A seguito della Brexit, una delle due sezioni della Divisione Centrale del TUB (che è ubicato a Parigi) dovrà essere trasferita da Londra (dove era stata inizialmente prevista) ad una città dell’Unione, mentre l’altra sezione andrà a Monaco di Baviera.

Perché per Milano e l’Italia è così importante aggiudicarsi la sezione specializzata del TUB?

L’Italia è diventata ora il terzo Stato europeo per numero di brevetti dopo Germania e Francia, ma il contesto italiano è rimasto finora escluso; infatti, l’Italia ha anche perso la “battaglia linguistica” per ottenere che il futuro “brevetto unitario” sia scritto anche in lingua italiana.

Non volendo minimamente mettere in discussione l’imparzialità delle Corti in Europa, è però evidente che è pur possibile un “condizionamento ambientale” ed anche per questa ragione è quindi importante che Milano ottenga il TUB.

La Presidenza del Consiglio italiana ha individuato in settembre 2020 Milano come città candidata ad ospitare il Tribunale Unificato dei Brevetti comunicando conseguentemente la candidatura di Milano nelle opportune sedi europee.

In merito al futuro del Tribunale Unificato dei Brevetti va sottolineato come in data 13/01/21 il Presidente della Repubblica Federale tedesca (la Germania è l’unico Stato “necessario” dell’UE per la ratificazione che non ha ancora approvato il TUB) abbia annunciato che non apporrà la firma alla legge di ratifica sul TUB; ciò a seguito della richiesta della Corte Costituzionale tedesca, la quale in data 18/12/20 aveva ricevuto due ricorsi contro tale ratifica.

L’interruzione dell’iter legislativo tedesco determinerà quindi certamente un ritardo nel processo di entrata in vigore del Trattato sul TUB. Tuttavia, non necessariamente si tratta di una notizia negativa per Milano e per l’Italia; infatti, detta interruzione deve essere vista alla stregua di un’opportunità, posto che il tempo in questo caso gioca a favore della posizione italiana, e ciò anche in ragione del recente cambio di Governo nel nostro Paese.

Inoltre, il complesso meccanismo dell’Accordo istitutivo del nuovo organo giurisdizionale favorisce di fatto la nostra candidatura; ciò perché l’Italia, con l’uscita del Regno Unito, rientra nel novero dei 3 Stati nei quali, a norma dell’art. 89 dell’Accordo, il maggior numero di brevetti europei aveva effetto nell’anno precedente alla relativa sottoscrizione dell’Accordo stesso, ossia il 2012. Trattasi quindi di una posizione, quella italiana, che dovrebbe incontrare consenso negli ambienti internazionali ed in relazione alla quale alcuni passi sono già stati mossi.

Milano è poi città pienamente internazionale ed ha specifiche elevate competenze nei settori per esempio della farmaceutica e delle cosiddette human necessities, che sono tra quelli di competenza della sezione del TUB in questione.

Sarà quindi ora compito del nuovo Governo italiano, di concerto con Regione Lombardia e il Sindaco di Milano, richiedere in sede europea che Milano sostituisca Londra; bisognerà strutturare un convincente dossier di candidatura attraverso attività mirate di lobbying presso le Istituzioni Comunitarie.

A sostegno della candidatura è già stato istituito un tavolo tecnico presieduto dalla ex Presidente della Corte d’Appello di Milano, Marina Tavassi, che coinvolge le Istituzioni nazionali e locali, alcuni Ordini professionali, gli organismi e le associazioni appartenenti al mondo della società civile tra i quali il gruppo italiano di Aippi (Association Internationale pour la Protection de la Propriété Intellectuelle) e l’Associazione “Centro Studi Grande Milano”.

Questa volta l’Italia non può quindi davvero permettersi di ripetere gli errori che sono stati commessi qualche anno fa con l’Agenzia Europea dei Farmaci (EMA), quando il Governo all’epoca in carica e forse anche una parte della politica locale milanese non si mostrarono purtroppo all’altezza dell’ottimo lavoro e del grande sforzo effettuato da Regione Lombardia.

Avv. Daniele Bracchi
Docente a contratto di Diritto Internazionale presso l’Università Statale di Milano