Quale futuro si prospetta per gli avvocati nell’era dell’Intelligenza Artificiale? Beh, per dirla con Stephen Hawking: “L’Intelligenza Artificiale sarà la più importante conquista dell’uomo, peccato che potrebbe essere l’ultima”. Se persino una mente brillante come quella dell’astrofisico inglese sembra aver espresso qualche dubbio sulla “bontà” delle potenzialità applicative dell’Intelligenza Artificiale (IA), come non stupirsi di fronte alle crescenti preoccupazioni sulle sue possibili ripercussioni in campo sociale ed economico. Partendo dai supermarket digitali e dai sistemi di trasporto automatizzati, questo genere di tecnologia non è più solo una fantasia futuribile, da racconti alla Philip K. Dick o alla Isaac Asimov, ma è già in fase di sviluppo e sta prendendo forma in molteplici luoghi di lavoro, in alcuni casi rappresenta già un Business a sé stante.
1. Introduzione della IA nel lavoro degli avvocati
Persino nel mondo forense, forte di una tradizione plurisecolare, i modelli di IA stanno gradualmente segnando il passo verso una nuova operatività. In particolare spicca il ruolo del Deep Learning per sviluppare complessi processi di elaborazione e analisi di file e documenti. Non si tratta di una banale informatizzazione dei sistemi operativi ma di rendere automatici dei comportamenti intelligenti, propri della mente umana, attraverso l’applicazione di algoritmi e reti neuronali sviluppati ad hoc. Nel 2017 quattro studenti di giurisprudenza della Harvard Law School hanno sviluppato un motore di ricerca in grado di classificare e ordinare contratti e persino di identificare ed estrarre i dati chiave in essi contenuti (dai nomi delle parti in causa a date e termini economici). Oltre a browser generati dall’applicazione del Deep Learning, l’IA è alla base di sofisticati software plasmati attraverso il Machine Learning. In questo caso si arriva a parlare di robot dotati di modelli di apprendimento idonei a ricevere ed elaborare una grande messe di dati, predisposti ad imparare dai propri errori e ad autocorreggersi. Innumerevoli i modelli di robot che si sono affacciati in campo legale: Kira consente di analizzare centinaia di pagine di contratti, anche in diverse lingue e delle più svariate tipologie (di lavoro, di servizio, di locazione…), estrapolando specifiche clausole ed evidenziando anomalie; Luminance è una piattaforma sviluppata dai matematici dell’Università di Cambridge che permette di classificare i documenti e di individuarne clausole, sintassi, ricorrenze di termini e deviazioni dalla norma, arrivando a identificarne il filo rosso che li unisce o li differenzia…
Tutto questo, e molto altro ancora, porta indubbiamente a una gestione del lavoro più agile ed economica, con notevole risparmio di tempo e di risorse umane che si traduce per gli avvocati nel potersi dedicare a compiti più creativi e di maggior interesse, senza farsi rallentare da operazioni routinarie. Le performance migliorano grazie a risposte più precise ed esaurienti, il perimetro dell’area di rischio si riduce e, affinando algoritmi sempre più complessi, si potrà arrivare a una forma di “giustizia predittiva” calcolando in anticipo la probabilità statistica di successo di una causa!
2. Timori sulla perdita del lavoro
Già oggi si può affermare che l’IA è in grado di sostituirsi in toto al lavoro di praticanti e tirocinanti nell’ambito delle ricerche preliminari per le varie controversie giuridiche oltre che nella gestione di tutte le pratiche mnemoniche e ripetitive. Ma l’IA arriverà a scalzare un ruolo istituzionale come quello dell’avvocato? Certo, se si parte da freddi dati statistici, la statuaria figura dell’avvocato sembrerebbe vacillare: l’IA elabora e macina dati su dati ed esegue ricerche in modo capillare senza mai stancarsi o dover fare una pausa caffè! Per non parlare dell’indice di errore, del grado di accuratezza e precisione ben superiori alla media di un essere umano. Nel 2014 si è consumata una “battaglia” tra venti avvocati statunitensi e un software specializzato di IA denominato LawGeex: i primi hanno raggiunto un tasso di precisione dell’85% in un tempo operativo di 92 minuti contro il 94% e i 26 secondi dell’IA!
3. Ottimismo sul futuro se l’avvocato saprà acquisire nuove competenze
Indubbiamente cambieranno molte cose all’interno degli studi legali e per l’avvocato quale professionista, dalle procedure operative al numero di dipendenti. Gli standard di riferimento saranno più selettivi e le richieste dei clienti si adegueranno ad un’offerta più esaustiva da realizzare in tempi più ristretti. Nonostante le premesse possano allarmare, l’ingerenza dell’IA va interpretata in termini positivi poiché alleggerisce l’avvocato di alcuni compiti “time-comsuming” lasciandolo libero di fare fiorire il proprio pensiero critico. Meglio che l’avvocato del futuro indirizzi i propri sforzi nello sviluppo di competenze necessarie per affrontare nuove sfide. In futuro risulterà imprescindibile la capacità di difendere lo stato di diritto (fondamento per tutte le istituzioni), assicurare l’accesso alla giustizia (per garantire un’equa distribuzione dell’assistenza e consulenza legale), preservare una stampa libera (monitorando media e social media ed evitando la diffusione di fake-news), semplificare e velocizzare il processo giudiziario grazie alla tecnologia.
4. Competenze IT
Ma la chiave del successo risiederà nel possedere competenze tecnologiche: dalla firma e fattura elettroniche alla capacità di gestire un processo telematico, dalla tutela della privacy alla generazione automatica, archiviazione e conservazione digitale dei documenti. Occorre intensificare il processo di alfabetizzazione informatica acquisendo un e-learning di settore e tecnologie hard (come business intelligence e blockchain). La figura del professionista forense deve imparare a inglobare non solo relazioni interpersonali ma anche i processi di automazione e di data-analytics, creare statistiche mirate e comprendere al meglio l’impatto delle tecnologie in ambito legale (nella gestione di contratti, di processi e delle criticità connesse alla sicurezza). L’avvocato del futuro sarà sempre più impegnato in consulenze on-line e video conferenze, arrivando a sfruttare nella quotidianità software di Customer Relationship Management e tecnologie di Business Intelligence.
L’uso massivo delle tecnologie non rischierà di trasformare l’uomo di legge in un freddo tecnologo? No, anzi in questo modo gli avvocati dotati di capitale intellettuale (QI) ed intelligenza emotiva (QE) potranno interpretare al meglio il proprio ruolo di consulenti a cui i clienti faranno riferimento con rinnovata fiducia.
5. Competenze sulle soft skill
Per ultime, ma di rilevante importanza nel portare al successo i processi di cambiamento sia personale che del proprio team, le soft skill. Questo genere di competenze trasversali assumono una grande rilevanza proprio nelle fasi di incertezza e di cambiamento.
Le soft skill di maggior rilevanza sono la capacità di ascolto e osservazione non giudicante di quello che sta accadendo nel proprio team. Una delle qualità di un buon leader è proprio quella di saper gestire le relazioni umane con i propri dipendenti ma anche con i clienti, questo è il segreto per ottenere il meglio dalle relazioni, infatti, non è forse vero che ci sentiamo gratificati e molto più disponibili quando qualcuno ci ascolta con attenzione?
Si prospetta quindi un nuovo orizzonte per l’avvocato del futuro dove risulterà necessario, per non dire vitale, avviare un’intensa cooperazione con l’IA. Si apriranno nuove sfide professionali grazie a questa collaborazione ma alla fine il giudizio finale spetterà sempre e comunque all’elemento umano, supportato ma non scalzato dal Deep Learning. L’IA renderà meno prolissa e più veloce la fase investigativa e di ricerca, in modo da mettere in luce gli elementi essenziali e i dati più importanti e consentendo così all’avvocato di lavorare a livelli superiori. Il tutto si tradurrà in un servizio di maggior valore fornito in tempi più brevi ed a un costo più vantaggioso. La consulenza legale sarà alla portata di un maggior numero di fruitori, allargando il raggio d’azione dell’avvocato. La “compliance” del cliente e la “web reputation” guideranno le strategie legali secondo una nuova logica manageriale al pari di nuove skill trasversali e multidisciplinari.
di Elio Occhipinti