Green Digital Pass: come funziona?

Sebbene il certificato di vaccinazione appena proposto non debba essere considerato un secondo passaporto, il Green Digital Pass, strumento concepito della Commissione Europea per allentare le restrizioni alla libera circolazione, solleva ancora preoccupazioni che passano dagli aspetti discriminatori alla sua validità medica. Ecco come funziona.

L’idea è semplice: il certificato verde digitale presentato dalla Commissione mercoledì 17 marzo fornisce la prova che le persone siano state vaccinate, risultate negative o guarite dal COVID, consentendo loro di viaggiare liberamente all’interno dell’UE. Il Consiglio europeo valuterà la proposta nel corso del Vertice del 25-26 marzo.

Ma il diavolo, come spesso accade, è nei dettagli.

1. Tempistica

L’obiettivo è rendere operativo il sistema di certificazione prima dell’estate. Ma questo lasso di tempo è considerato piuttosto ambizioso considerando quanto tempo ci vuole normalmente per approvare le proposte legislative. Nonostante il rischio che i certificati verdi non vedano mai la luce, non c’è nessun altro piano in cantiere per far fronte alle restrizioni in materia di circolazione delle persone e scongiurare il frammentato scenario cui abbiamo assistito lo scorso anno.

Il tempo è essenziale non solo per il processo legislativo, poiché ci sono altri aspetti tecnici da risolvere prima del lancio e che devono svolgersi parallelamente ai negoziati intergovernativi. Per esempio, il gateway del sistema deve essere sviluppato entro aprile-inizio maggio, mentre la creazione del gateway stesso, il software open source ed il collegamento degli Stati membri devono essere eseguite entro giugno. Per complicare le cose, è necessario un atto di esecuzione a garanzia che il sistema sia implementato in modo uniforme in tutti gli Stati membri.

2. Non è un passaporto

La Commissione ha sottolineato spesso come questo strumento non sia un secondo passaporto ma piuttosto una prova della vaccinazione fornita ai cittadini. La proposta della Commissione non ha nulla a che fare con la regolamentazione dei confini, che è competenza nazionale di ogni Paese dell’UE, ma la sua base giuridica si basa sulla libera circolazione dei cittadini nell’UE.

3. Rischio discriminazione

L’idea generale è di evitare ogni forma di discriminazione poiché, almeno per il momento, non tutti i cittadini sono stati vaccinati e le iniezioni di vaccino non sono disponibili per tutti. Allo stesso tempo, la vaccinazione in sé non è un trattamento medico obbligatorio nella maggior parte dei Paesi dell’UE.

C’è poi il rischio di una discriminazione economica, visto che i vaccini sono gratuiti mentre i test sono soggetti a pagamento in molti paesi. In ogni caso l’emissione del certificato verde digitale sarà gratuita. La proposta della Commissione prevede l’obbligo di mutuo riconoscimento dei certificati di vaccinazione.

4. Validità medica

Un altro aspetto ha a che fare con l’evoluzione della situazione epidemiologica in ragione delle varianti virali e il fatto che non è chiaro per quanto tempo durerà la protezione vaccinale.

5. Durata

Alla fine della pandemia, questo strumento si fermerà.

Tuttavia, questo potrebbe diventare uno strumento di emergenza, in quanto si sta discutendo la possibilità di riattivare lo strumento in una fase successiva, in caso di una nuova futura pandemia.

6. Copertura e caratteristiche

Il certificato verde digitale coprirà i cittadini dell’UE ed i loro familiari, nonché i cittadini di Paesi terzi legalmente presenti nell’UE.

La Commissione sta esplorando le possibilità di collegare il sistema a Paesi terzi che soddisfano gli standard europei, poiché nella proposta è incorporato un meccanismo per riconoscere i certificati di altri Paesi. Il certificato sarà presentato sotto forma di un codice QR con una firma digitale per evitare la contraffazione.

I cittadini possono richiedere una versione digitale o un certificato cartaceo, secondo la bozza di “Conclusioni del Consiglio Europeo” della prossima settimana, il lavoro sui certificati digitali interoperabili COVID-19 dovrebbe essere portato avanti in via prioritaria.