Milano: il Teatro del Popolo

Dopo un anno segnato dalla chiusura dei teatri su tutto il territorio nazionale, parlare di un teatro che seppe appassionare il popolo che mai aveva assistito a qualche spettacolo e coinvolgere i grandi attori, i prestigiosi musicisti, vorrebbe essere auspicio per poter presto tornare a provare le emozioni e la passione intellettuale che il palcoscenico trasmette.

Però questa storia parte da molto più lontano…

Prospero Moisè Loria, commerciante ebreo mantovano, si trasferisce in un primo tempo a Trieste, poi raggiunge Alessandria d’Egitto dove diventerà consigliere bancario del sultano Ismail-Alì.

Questo impegno enormemente remunerato gli consentirà di accumulare una immensa ricchezza; quindi a 50 anni dopo aver fatto il bilancio della sua vita decide di tornare in Italia, precisamente a Milano dove abiterà in via Manzoni 9.

Muore nel 1892 e lascia per volontà testamentaria il suo intero patrimonio al Comune – 13 milioni di lire di allora –perché venga realizzata una istituzione di solidarietà e promozione sociale per i poveri. L’idea, grandiosa e molto avanzata per i tempi, è quella di favorire la crescita individuale e non affidarsi alla spicciola elemosina.

Il 29 giugno 1893 prende vita la Società Umanitaria, con lo spirito di “mettere i diseredati in condizione di rilevarsi da sé medesimi, procurando loro appoggio, istruzione, lavoro”.

Il contributo decisivo all’iniziativa lo darà Augusto Osimo che, capace di penetrare la concezione moderna della solidarietà così come intesa da Moisè Loria, sarà il fautore della spinta propulsiva all’Umanitaria, sviluppandola a proporzioni insperate.  

La filantropia si trasforma in lavoro sociale.

Nella sede di via S. Barnaba a Milano (nell’area via Fanti –via Pace precedentemente occupata dalla Società Tecnomasio  Brown Boveri), verrà aperto un Ufficio di Collocamento per procurare lavoro ai disoccupati; seguirà la Scuola del Libro per tipografi e stampatori e la promozione di Scuole d’arte e mestieri; accanto a queste anche classi di istruzione media.

Per la Casa dei Bambini sarà preziosa la collaborazione di Maria Montessori che si impegnerà anche nell’organizzazione di corsi per insegnanti e per la realizzazione di una scuola secondaria con indirizzo pratico-professionale.

A Rosa Genoni, sarta di alto profilo, viene chiesto di dirigere la sezione sartoria. Accanto alla realizzazione di abiti anche i settori biancheria – ricamo – modisteria. E l’insegnamento della storia del costume per formare una cultura che consenta di intendere la moda come espressione dell’arte italiana.

Mentre Alessandrina Ravizza si occuperà dell’Ufficio di Indicazioni, per coordinare l’assistenza e aiutare nel disbrigo delle pratiche necessarie per ricevere gli aiuti dagli organismi assistenziali esistenti. 

Ersilia Majno che in ricordo della figlia morta tredicenne, con il marito avvocato Luigi ha fondato l’Asilo Mariuccia – una casa in via Monterosa aperta per le bambine e le fanciulle povere per poterle salvare da una vita di prostituzione – prima donna in Italia ad essere nominata consigliera di amministrazione dell’Ospedale Maggiore, all’Umanitaria sarà la manifestazione dell’impegno per l’emancipazione femminile.

Il Teatro del Popolo

Per una autentica formazione culturale e morale non può mancare l’espressione dell’arte. Ecco il motivo della nascita di questo Teatro.

L’inaugurazione il 7 maggio 1911.

La sala è in quello che fu il capannone principale della Tecnomasio, grandiosa e rude platea che contiene 2000 persone sedute.

Con sole 2 lire e 50 centesimi si ha diritto al posto a sedere; il più modesto lavoratore, la più povera lavoratrice, possono godere della meraviglia della musica grazie all’impegno generoso dei prestigiosi orchestrali del Teatro alla Scala con la direzione dei più grandi direttori di mondo: ArturoToscanini, Victor De Sabata, Arturo Benedetti Michelangeli.

Accanto ai concerti, l’Opera. Come la stupenda Traviata, interprete il grande soprano Rosina Storchio. Per proseguire con la stagione estiva all’Arena, che nel 1920/21 vide 2 mesi trionfali di programmazione con Aida e Norma e la partecipazione di 200.000 milanesi!

Senza dimenticare le Compagnie di Prosa che portarono in scena le commedie di Dario Niccodemi, autore molto stimato da Tolstoj e considerato il primo a traghettare il teatro italiano nel Novecento.

Questo fu il merito del Teatro del Popolo: l’acquisizione di un patrimonio artistico e culturale da parte delle classi popolari.

di Giovanna Ferrante.